Il ministro della giustizia Nordio dice che i giochi di ruolo portano al suicidio, il ministro dell'istruzione Valditara dice che i videogiochi sono pericolosi per i ragazzi perché lì possono uccidere persone come se niente fosse.
E io che queste robe le ho già sentite negli anni ottanta e primi anni novanta mi chiedo come sia possibile che queste sciocchezze, già verificate e validate come inconsistenti praticamente da tutti, possano essere impunemente ricicciate in maniera così grottesca.
Niente, volevo condividere un post su una attività fatta a scuola in cui si parlava di IA, grafica fatta a mano e farvi vedere un video fatto da uno studente, ma niente.
I caratteri di livellosegreto sono troppo pochi, io non riesco a inviare cose che mi interessano davvero. A me piace postare cose, raccontare, qua mi sento letteralmente con le mani legate.
Non dico sia il mio ultimo post, ma passo a lurkare e mettere qualche sporadica segnalazione.
Secondogenito, vent'anni: le regioni 23, i confini della Liguria giusti due su cinque, Dante corretto, calcolo corretto, il Partenone sbagliato.
Terzogenita, dodici anni: le regioni 20, i confini della Liguria sconosciuti, Dante corretto, calcolo corretto, Partenone (una struttura, forse di epoca romana, ma non sono sicura).
Aggiungo: io, 54, avrei sbagliato le regioni e uno dei confini della Liguria.
Solo i giapponesi potevano inventare una serie dove a un certo punto Barbablù (Gilles de Rais) evoca Cthuluh e quindi Re Artù (che ovviamente è una ragazza bionda), Dermott (un eroe della mitologia irlandese) e Alessandro Magno cercano di ucciderlo.
Mi avevate parlato di altri social fediverso che permettono la scrittura di post "lunghi" senza il vincolo dei 500 caratteri, che per uno scrittore come me è davvero troppo vincolante. Mi ricordate quali sono e come funzionano?
Digitale dal 1983, in rete dal 1987, odora di resurrezione della carne dal 2022. Ha scritto cose interattive e non. Tra queste PÈCMÉN, romanzo che parla dell'arrivo dei videogiochi, librogame, anime e home computer nei primi anni ottanta.