Stefan Zweig sull'atmosfera di odio che pervase tutti nei mesi successivi allo scoppio della prima guerra mondiale:
"Gli scrittori giurarono solennemente di non voler mai più aver comunanza culturale con un francese o con un inglese; anzi, fecero di più: negarono di punto in bianco che mai simile
cultura fosse esistita. [...] pareva talvolta di udire un'orda di pazzi scatenati ed erano invece gli stessi uomini di cui un mese prima avevamo ammirata la ragione. [...] L'aspetto più commovente di quella follia veniva dal fatto che tutti o quasi tutti erano in buona fede.
Nel 1914 tutti i popoli combattenti si trovarono in uno stato di sovreccitazione: la diceria più stolta si trasformava subito in realtà, la più assurda calunnia veniva creduta".
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